
Esiste un grande silenzio in un pianto, soffocato, provocato dalla maggioranza di noi gente fortunata.
Esiste un silenzio in una culla, in mezzo al nulla.
Terribile silenzio dei bambini che non sanno cosa sia la fame, perché per loro il mangiare non è mai esistito
Sono li; e l’unico suono che loro riescono ad emettere è il più silenzioso dei pianti.
Pianti senza lacrime senza suono. Forse che nel loro corpo minuscolo, non ci sia acqua sufficiente per produrre una lacrima.
Comunque esiste qualcosa che rompe questo silenzio, il loro grandi, neri e vivi occhi, che chiedono: AMAMI.
Che dicono: conosco i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, loro non devono arrivare come dice la profezia, loro sono già qui, che devastano qualsiasi segno di vita, amore e speranza.
La vita è più forte che qualunque altra misura di forza, perché in mezzo a tanta sterilità umana e della natura queste donne della vicina e lontana Somalia, riescono a far crescere un seme dentro il loro maltrattato e denutrito corpo, e lottano con il loro secco e fragile seno per fare sgocciolare l’ultima e unica speranza di vita a questi angeli che non possono volare.
Fame, guerra, peste, bestie feroci e schiavitù sono questi i cavalieri che portano alla più grande sofferenza umana.
La bestia feroce sono uomini che governano, imbevuti di potere e che dimenticano che il maggiore potere che possiamo avere è quello di creare un mondo migliore, dove i bambini hanno il diritto di giocare e conoscere la loro ragione di vita.
La bestia siamo anche noi, che ci commoviamo per trenta secondi di pubblicità, immagine che il satellite riesce a portare a casa nostra; e poi guardiamo dentro il nostro frigo e prendiamo una mela, perché è salutare, e non ingrassa e cosi andiamo a vedere il declino dell’umanità “il grande fratello”.
Somalia, il luogo dove forse sono pagati i peccati del mondo.
Pagati al più caro prezzo, nel nome di migliaia di bambini. Secondo una statistica dell’Unicef ci sono 225 bambini morti per mille nati vivi, e quelli che riescono a vincere questa dura battaglia di vita non arriveranno magari alla loro gioventù.
Sono molto silenziosi i loro pianti, ma se ci mettiamo con molta attenzione, ad ascoltare con cuore, sentiremo questi pianti, e forse potremmo fare loro gridare, giocare e finalmente conoscere il piacere di mangiare.
Come ha lasciato detto madre Teresa di Calcutta: una goccia nell’oceano può fare la differenza.
Noi siamo quella goccia.
Esiste un silenzio in una culla, in mezzo al nulla.
Terribile silenzio dei bambini che non sanno cosa sia la fame, perché per loro il mangiare non è mai esistito
Sono li; e l’unico suono che loro riescono ad emettere è il più silenzioso dei pianti.
Pianti senza lacrime senza suono. Forse che nel loro corpo minuscolo, non ci sia acqua sufficiente per produrre una lacrima.
Comunque esiste qualcosa che rompe questo silenzio, il loro grandi, neri e vivi occhi, che chiedono: AMAMI.
Che dicono: conosco i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, loro non devono arrivare come dice la profezia, loro sono già qui, che devastano qualsiasi segno di vita, amore e speranza.
La vita è più forte che qualunque altra misura di forza, perché in mezzo a tanta sterilità umana e della natura queste donne della vicina e lontana Somalia, riescono a far crescere un seme dentro il loro maltrattato e denutrito corpo, e lottano con il loro secco e fragile seno per fare sgocciolare l’ultima e unica speranza di vita a questi angeli che non possono volare.
Fame, guerra, peste, bestie feroci e schiavitù sono questi i cavalieri che portano alla più grande sofferenza umana.
La bestia feroce sono uomini che governano, imbevuti di potere e che dimenticano che il maggiore potere che possiamo avere è quello di creare un mondo migliore, dove i bambini hanno il diritto di giocare e conoscere la loro ragione di vita.
La bestia siamo anche noi, che ci commoviamo per trenta secondi di pubblicità, immagine che il satellite riesce a portare a casa nostra; e poi guardiamo dentro il nostro frigo e prendiamo una mela, perché è salutare, e non ingrassa e cosi andiamo a vedere il declino dell’umanità “il grande fratello”.
Somalia, il luogo dove forse sono pagati i peccati del mondo.
Pagati al più caro prezzo, nel nome di migliaia di bambini. Secondo una statistica dell’Unicef ci sono 225 bambini morti per mille nati vivi, e quelli che riescono a vincere questa dura battaglia di vita non arriveranno magari alla loro gioventù.
Sono molto silenziosi i loro pianti, ma se ci mettiamo con molta attenzione, ad ascoltare con cuore, sentiremo questi pianti, e forse potremmo fare loro gridare, giocare e finalmente conoscere il piacere di mangiare.
Come ha lasciato detto madre Teresa di Calcutta: una goccia nell’oceano può fare la differenza.
Noi siamo quella goccia.
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