Il posto giusto è quello che tu arrivi e ti senti comodo, con o senza vestiti, con o senza bagaglio, con o senza aspettative.
Il posto giusto è quello che tu arrivi, e non senti il peso dell’arrivo.
Il posto giusto è quello che non ha importanza per gli altri, ma tanta per te.
Il posto giusto è quello che tu vorresti portare in tasca, per quando ti verrà a mancare: basta mettere la mano lì e tirarlo fuori.
Tu hai già trovato questo posto, sei arrivato alla tua isola perfetta? La tua Itaca?
Io ho trovato mia Itaca, persa nell’Oceano Indiano e con un braccio steso alla terra, forse come un richiamo: io sono qui.
Ho trovato il posto, dove mi sono svestita in mezzo a tanti tessuti neri, dove solo gli occhi ti possono trasmettere emozione.
Ho trovato il mio posto in un luogo lontano dalle mie credenze di bambina occidentale.
E miei occhi hanno brillato come una stella polare.
Quando voglio vedere questi occhi, tiro fuori della mia tasca questo stupendo posto ed ecco: delle esplosioni di Orioni.
Questo posto, amici, si chiama Lamu; un’ isola che occupa un piccolo spazio nella grande Africa, esattamente in Kenya, bagnata dal calmo Oceano Indiano, con i suoi abitanti che forse in maggioranza non hanno sentito mai un suono di un clacson, che fanno i loro commerci con i muli e le loro eleganti e silenziose barche a vela, con i tessuti ormai stracciati e ingialliti del tempo.
Un’isola che conta molto con la luce di un cielo che con tutto il suo splendore illumina i tuoi cammini.
Ci sono momenti che l’unica precaria centrale elettrica va in black out, ma non è un problema: non ti trovi mai nel buio, quando c’è l’universo a illuminarti.
Le mangrovie, il silenzio e il vento che accarezzano il tuo viso.
Si trovano anche tanti occidentali; puoi andare a Shella, una frazione di Lamu, dove puoi sederti nella veranda di Pepponi, un hotel di gestione inglese, e bere un drink, trovare tante persone diverse e affascinate da questo posto. Tutte stranamente spogliate del tempo e del mondo che hanno lasciato, anche se per un breve periodo, alle loro spalle.
Non so come mai Hemingway non ha mai scritto niente seduto nella veranda di Pepponi e guardando gli Orioni.
Questo è un messaggio solo a voi viaggiatori senza bagaglio e senza sms.Questo posto sparirà, come in Apocalypto di Mel Gibson: le antiche civilizzazioni quando hanno visto da lontano arrivare le barche degli uomini cosi detti civilizzati, hanno capito che stava finendo un’Era di un mondo sperduto. E cosi purtroppo succederà, ci sono già troppi sms, ci sono già tante persone preoccupate del tempo. Comunque Lamu rimarrà sempre nelle mie tasche l’isola dei miei silenzi.
Il posto giusto è quello che tu arrivi, e non senti il peso dell’arrivo.
Il posto giusto è quello che non ha importanza per gli altri, ma tanta per te.
Il posto giusto è quello che tu vorresti portare in tasca, per quando ti verrà a mancare: basta mettere la mano lì e tirarlo fuori.
Tu hai già trovato questo posto, sei arrivato alla tua isola perfetta? La tua Itaca?
Io ho trovato mia Itaca, persa nell’Oceano Indiano e con un braccio steso alla terra, forse come un richiamo: io sono qui.
Ho trovato il posto, dove mi sono svestita in mezzo a tanti tessuti neri, dove solo gli occhi ti possono trasmettere emozione.
Ho trovato il mio posto in un luogo lontano dalle mie credenze di bambina occidentale.
E miei occhi hanno brillato come una stella polare.
Quando voglio vedere questi occhi, tiro fuori della mia tasca questo stupendo posto ed ecco: delle esplosioni di Orioni.
Questo posto, amici, si chiama Lamu; un’ isola che occupa un piccolo spazio nella grande Africa, esattamente in Kenya, bagnata dal calmo Oceano Indiano, con i suoi abitanti che forse in maggioranza non hanno sentito mai un suono di un clacson, che fanno i loro commerci con i muli e le loro eleganti e silenziose barche a vela, con i tessuti ormai stracciati e ingialliti del tempo.
Un’isola che conta molto con la luce di un cielo che con tutto il suo splendore illumina i tuoi cammini.
Ci sono momenti che l’unica precaria centrale elettrica va in black out, ma non è un problema: non ti trovi mai nel buio, quando c’è l’universo a illuminarti.
Le mangrovie, il silenzio e il vento che accarezzano il tuo viso.
Si trovano anche tanti occidentali; puoi andare a Shella, una frazione di Lamu, dove puoi sederti nella veranda di Pepponi, un hotel di gestione inglese, e bere un drink, trovare tante persone diverse e affascinate da questo posto. Tutte stranamente spogliate del tempo e del mondo che hanno lasciato, anche se per un breve periodo, alle loro spalle.
Non so come mai Hemingway non ha mai scritto niente seduto nella veranda di Pepponi e guardando gli Orioni.
Questo è un messaggio solo a voi viaggiatori senza bagaglio e senza sms.Questo posto sparirà, come in Apocalypto di Mel Gibson: le antiche civilizzazioni quando hanno visto da lontano arrivare le barche degli uomini cosi detti civilizzati, hanno capito che stava finendo un’Era di un mondo sperduto. E cosi purtroppo succederà, ci sono già troppi sms, ci sono già tante persone preoccupate del tempo. Comunque Lamu rimarrà sempre nelle mie tasche l’isola dei miei silenzi.
molto bello il tema di questo blog , principalmente per una questione di umanita per un popolo que sofre tanta provazione in un tempo que L uomo e cosi preocupato con se stesso, congratulazione per una idea cosi importante .ivany costa
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